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La dolce compagna è morta: Aurelio Calafiore, rimasto con tre figlioletti, Turiddu, Michela e Ricuzzo, vince lo strazio che gli schianta l'anima, si rassegna alla suprema volontà del destino e si accinge a ricominciare una nuova esistenza, per il bene e l'avvenire dei tre orfanelli. Suo fratello, che vive a Milano, gli consiglia di lasciare Catania e raggiungere la possente metropoli lombarda, dove ci sarà un pane anche per lui, che ha tanta voglia di lavorare. I quattro catanesi si mettono in viaggio, fidando più nell'aiuto divino e degli uomini, che negli scarsissimi mezzi di cui dispongono. E il viaggio, che padre e figli volentieri avrebbero fatto…. in vagone-letto, viene affrontato coi mezzi di trasporto… più impensati, attraverso avventure soffuse di arguzia, scene colte dalla vita. A Livorno, la buona sorte, che, sia pure a traverso stenti e sgradevoli imprevisti, li aveva accompagnati fin lassù, pare che li abbandoni. La miseria più cruda, la disperazione più sorda, la fame s'impadroniscono dei quattro derelitti. Tanta miseria non riesce però a fiaccare gl'istinti eroici del generoso Calafiore che con un supremo gesto riesce…. ad acciuffar la fortuna. Così i quattro catanesi, riforniti di abiti, di denari e di rinnovellate speranze, raggiungono Milano in un comodo e lussuoso vagone-letto: e la loro vita si rinnova come a primavera gli alberi, la terra, i fiori e tutte le cose buone donate da Dio.
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