Strano destino quello di Victor Hugo, diventato immortale come narratore e poeta, e quasi dimenticato come coscienza civile del proprio tempo. Eppure quando era giovane le cose stavano diversamente, e se sull’immortalità del poeta nessuno poteva ancora fare previsioni, sul conto dell’intellettuale impegnato in battaglie di civiltà vi era unanime riconoscimento. La più accanita di queste battaglie, iniziata da Hugo con vent’anni di anticipo rispetto a tutto l’occidente e mai più abbandonata, riguarda la difesa dei monumenti storici dall’ignoranza, dal fanatismo e dalla speculazione che rendevano prassi comune la loro distruzione. Ancora inedito in Italia, Guerra ai demolitori rappresenta il manifesto di questa battaglia, e s’impone fin dalle prime righe per la straordinaria modernità dell’approccio a un problema – la meschinità, devastatrice dell’arte – che si ripropone esattamente uguale anche oggi.