Rare ha deciso di sposare la causa animalista e che vi piaccia o meno (ma noi scommettiamo che vi piacerà), dovrete allevare arroganti Piñata. É un'idea folle che nasconde però un sistema gestionale profondo e intrigante, perfetto per i bambini tanto quanto per gli adulti, meglio ancora se possono giocarci insieme.
Durante le prime ore di gioco credevamo che Viva Piñata fosse uno stravagante titolo per bambini. Squisitamente disegnato, ma pur sempre per bambini. D’altronde, si comincia con un tutorial ai limiti del pedante per poi ritrovarsi a battezzare dei lombrichi. Ok, sono carini e colorati, ma sono pur sempre dei vermi da pesca. In realtà, Viva Piñata è un simulatore manageriale che si sviluppa sotto il profilo micro-gestionale, un prodotto ambivalente insomma. Punta senza dubbio a due tipi di utenze, ma non riesce a soddisfarle sino in fondo. Se non avete compiuto ancora 6 anni potreste infatti perdervi nel progredire del folle allevamento, ma se già siete i fratelli o le sorelle maggiori, allora rischiate di esaurire troppo in fretta la curiosità con il procedere del gioco. Il vostro ruolo sarà in ogni caso lo stesso, quello di una sorta di mano divina dal pollice verde, ossessionata dal curare giardini sempre più complessi e allevare al loro interno improbabili creature, chiamate appunto Piñata. Sebbene ci siano difficoltà esterne, come furfanti ladri di denaro e animaletti cattivelli, questo gioco resta in definitiva un diversivo intrigante da giocare serenamente, senz’ansie e consci che nessuno ci attaccherà con una flotta di incrociatori dopo pochi minuti.
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