Stefano Vicario - Acqua di fiume (2024)
Il re degli stracci, nonché l’ex avvocato Andrea Massimi, continua la sua vita da “invisibile”: nonostante abbia risolto il caso dell’omicidio di sua moglie e sua figlia, non se la sente di tornare nella vita “civile”. Troppi i sensi di colpa. Non ci riesce, nonostante il rapporto – per la verità molto complicato – con Anna Ungaro, il sostituto procuratore che, con coraggio, aveva creduto in lui, e l’aveva aiutato nella prima indagine. Ora, la vita del re degli stracci viene scossa da una strana richiesta cui lui vorrebbe, ma non può, sottrarsi: è scomparso Sandor, bambino zingaro, suonatore di strada di straordinario talento. È stato rapito, ma la famiglia non vuole denunciarne la sparizione, la polizia non può indagare, il bambino e la famiglia non hanno documenti, sono invisibili, proprio come Andrea Massimi. Andrea decide di seguire il suo istinto mettendosi contro non solo i rapitori del bambino, ma anche la polizia e la morale corrente. Nemmeno Anna Ungaro questa volta è dalla sua parte. Andrea potrà fare affidamento solo su sé stesso, sui suoi pochi, fidati, amici e, naturalmente, sulla sua invisibilità: perché nessuno nota un barbone.
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