Paolo Pedicini - Un'innocente limitazione (2024)

Paolo Pedicini - Un'innocente limitazione (2024)
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I poliziotti di un piccolo commissariato si trovano a investigare su una morte che solo l’autopsia ha svelato non essere naturale.
L’indagine porta a ipotizzare che la defunta abbia ingerito acqua avvelenata bevendo da un erogatore situato all’interno dell’azienda dove lavorava.
Una collega della morta, infatti, sostiene di essere stata lei la vera destinataria della bevanda letale in quanto aveva installato il distributore nel suo ufficio per propria comodità e che lo avesse usato, per fatalità, la persona sbagliata.
La donna indica agli investigatori anche l’identità di chi, a suo avviso, avrebbe compiuto l’atto criminoso. Un giovane del posto spinto dall’odio che prova nei suoi confronti e del proprio coniuge.
Tuttavia il ragazzo, interrogato dalla polizia, appare incapace di concepire un simile disegno. Inoltre anche ascoltando altre persone coinvolte nella vicenda non emergono prove che possano avvalorare la tesi dell’avvelenamento casuale.
Esiste, però, una persona ha assistito, durante un atipico passatempo, a un avvenimento che potrebbe spingere i fatti verso la soluzione. Ma lui è un sordomuto affetto da atavico terrore nei confronti delle forze dell’ordine, quindi impossibilitato a rivolgersi a loro.
L’uomo ha un’amica di cui si fida e le confessa, tra mille difficoltà, ciò che ha visto. La ragazza, timida e introversa, perciò vittima consenziente della attenzioni morbose di uno zio rozzo ma astuto, immagina di trovare nel suo vessatore la persona adatta a cui raccontare il segreto al fine di ottenere un consiglio sul comportamento da assumere.
La reazione del parente la coglierà di sorpresa, e contribuirà a regalare una svolta definitiva al caso, che verrà risolto grazie a un’innocente limitazione.