Antonio Pagliaro - Dove sono le bambine (2024)

Antonio Pagliaro - Dove sono le bambine (2024)

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Tre bambine scomparse.
Una città nel terrore.
Una verità controversa.

1971. Nel breve tragitto fra scuola e casa, tre bambine di nove, sette e cinque anni scompaiono, e ciò che accade dopo sfida ogni aspettativa.
Tremila uomini si mobilitano per cercarle. La scoperta dei corpi segna l'inizio di un incubo che si dipanerà per decenni, intrecciando destini e oscuri segreti. La città è sconvolta e lo zio di una delle bambine è condannato come il "mostro di Marsala". È davvero lui il colpevole?
Accuse di connivenze mafiose, rituali satanici, orge massoniche e complotti delle alte sfere emergono, trasformando il caso in un labirinto di ipotesi e congetture. Quanto è disposta a sacrificare la comunità per scoprire la verità?
Attraverso gli anni, uomini chiave della lotta alla mafia, come Carlo Alberto dalla Chiesa, al tempo colonnello, il pubblico ministero Ciaccio Montalto, il giudice Cesare Terranova, il maresciallo Lenin Mancuso, il giudice Paolo Borsellino, si trovano in qualche modo legati a questa tragedia, tutti destinati a diventare martiri. Quali segreti hanno scoperto?
Il libro, frutto di un'approfondita ricerca tra atti giudiziari e testimonianze, si avventura oltre la verità processuale per cercare risposte nella complessa trama della storia siciliana, arrivando a proporre una spiegazione inedita degli eventi.
In una Marsala dilaniata dal dolore, può la ricerca della verità sopravvivere alla paura dei poteri oscuri? Questa è la storia di un dilemma morale che attraversa generazioni, mettendo alla prova la forza di una comunità nel complesso tentativo di svelare l'indicibile.
Chi ha ucciso le bambine di Marsala? Cosa nasconde il silenzio di chi sa?

“Ho letto il libro sulle bambine di Marsala. Con intensità e foga, e non solo perché è molto bello. Mi ricordo quella brutta storia, una di quelle che hanno segnato il mio immaginario di bambino. Una delle prime volte in cui sentivo la parola ‘mostro’, usata in quel modo, che mi faceva paura.” Carlo Lucarelli.