Il Presidente Sadat fu assassinato il 6 ottobre del 1981. Questa data cardine per la storia dell’Egitto (all’indomani Hosni Mubarak avrebbe preso il suo posto) costituisce l’apice intorno al quale si sviluppa l’intero racconto corale di questo romanzo, in un drammatico crescendo. Protagonisti sono i membri di una famiglia della classe media cairota durante i primi anni Ottanta: per l’Egitto quella fu un’era di transizione, un periodo di crisi profonda in cui la gente comune, di ogni estrazione sociale, veniva spinta verso il cosiddetto “abisso dell’Infitah”, l’apertura al libero mercato. In questa folle corsa tutto era sovrastato da un senso di “fine”, una sensazione di panico, mentre persone innocenti assistevano impotenti alla rapida disintegrazione del loro mondo. Un intero stile di vita con le sue tradizioni antichissime e i suoi valori tramandati di generazione in generazione si stava semplicemente sgretolando, aprendo la strada a un nuovo materialismo spietato: un “regno dei corrotti” in cui solo i più forti possono sopravvivere, agli altri non resta che soccombere.