Andrea Garlinzoni - Il castello delle Dame (2013)

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Il romanzo segue la costruzione e ampliamento del castello di Chenonceau che, con i suoi cinque secoli di vita, ha lasciato innumerevoli testimonianze nella storia della Francia. Molte sono le Dame che se ne occuparono: Katerine Briçonnet, Diane de Poitiers, Caterina da Medici, Louise de Lorraine e le altre regine che vi abitarono, Louise Dupin che lo salvò dalla rivoluzione e le altre Dame, durante i due imperi e le Repubbliche. Il generale Napoleone contribuisce alla fortuna della famiglia Besnard che approfondisce le nozioni di chimica per ottenere i migliori colori per le divise napoleoniche. Tali conoscenze, poi, diventano passione per la chimica e per lo sviluppo di questa scienza dagli orizzonti infiniti; nel 1864 il castello diventa di proprietà della ricca famiglia Besnard. I Besnard, col tempo, hanno sviluppato numerose attività in molti campi dell’economia francese ed europea; non ultimo c’è il grande interesse dei suoi uomini e donne, chimici e scienziati, che finiscono per essere coinvolti in una frenetica ricerca legata alla fisica nucleare. Purtroppo, tutto ciò interessa anche alle SS e porta ad alcune orribili morti. Lo sfondo delle vicende è la vita quotidiana della famiglia Besnard del XIX secolo e, poi, dei fratelli Claudette, Maurice e Marcel durante la prima metà del XX. Essi vivono e amano nel loro palazzo di Place Vendôme e nel castello di Chenonceau. Si giunge al periodo in cui non c’era una sola Francia, bensì quella a sud del maresciallo Pètain con capitale a Vichy e quella a nord, occupata dai soldati tedeschi. A Londra, c’era poi la Francia-Libera del generale de Gaulle. La particolare posizione del castello, sul confine tra le due zone francesi, fa sì che Claudette si rifugi tra le antiche mura, partecipando agli avvenimenti della guerra. Eventi storici legati a un passato lontano si concentrano nella Parigi del XX secolo, sui lungo-Senna, nelle stazioni del Metro e in quel gioiello del castello di Chenonceau, per il quale la regina Luisa di Lorena, ci ha lasciato questo pensiero: “Quanto amore, più o meno peccaminoso, quanti intrighi e quanto dolore per la morte dei propri mariti, hanno sofferto tutte queste donne, me compresa. Ma quanta grazia e quanto stile, noi donne siamo riuscite a infondere in questo castello che emerge, quasi magicamente, dalle acque del fiume Cher.”