Ogni vero scrittore inventa i luoghi di cui racconta. La Parigi di Simenon è immaginaria quanto l'impero galattico di Asimov, la Londra di Dickens quanto la colonia lunare di Heinlein. Lo stato americano del Winsconsin, dove si svolgono di solito i romanzi di Simak, ha finito per diventare anch'esso una specie di paese delle meraviglie in cui nulla è impossibile. I boschi, i monti, i radi villaggi, le sperdute capanne di tronchi così amorosamente descritti, confinano con gli stupefacenti paesaggi della fantascienza. Basta un cane per passare dall'uno all'altro universo, un cane che torna a casa un mattino con la punta di una lancia preistorica conficcata in una gamba. Sarà lui, come il coniglio di Alice, a guidare il padrone, Asa Steele, con la sua amica Rila, lo scemo del villaggio, il banchiere locale, lo sceriffo, un avvocato di New York, e via via giornalisti, cameramen, senatori, miliardari e infine lo stesso FBI, verso la più sensazionale scoperta dopo quella dell'America e verso il più colossale affare turistico di tutti i tempi. Nonchè verso il più divertente e ingegnoso paradiso fiscale che mente di evasore abbia mai concepito.
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