Nell'antica Grecia, nel 520 a.C., Socrate adottò nella sua filosofia una massima di Sapienti mirata a determinare i limiti della conoscenza umana: "Nosce te ipsum" (conosci te stesso) Limite che l'umanità inconsciamente o involontariamente tenta di superare senza rendersi conto della sua innata pochezza. Questo limite che ampiamente riconosco anche nella mia modesta persona, a volte cerco di superarla cercando rifugio nel mistero dell'inifito, dove non ci sono limiti di conoscenza per esigenze materiali umane ma solo l'incanto della Natura. Nella mia esperienza di vita ho conosciuto,sin da ragazzo, forme di estasi nell'ammirare la volta celeste illuminata dalle scintillanti stelle in un'epoca in cui non si parlava di smog, di inquinamento o di attentati alla purezza del Creato. Ancor più mi soffermavo sulla mia pochezza quando ammiravo con intensità il firmamento e veniva a crearsi una specie di autoipnosi mentre un'esaltante felicità mi invadeva. Momenti vissuti in montagna ma anche al mare. Con questa carica mistica cercavo nelle stelle l'origine di chi mi aveva dato la vita, tentando di risalire nel tempo secolare ai miei Avi con la continua sensazione di essere guidato da uno di loro…
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