Francesco si svegliò quella mattina con la sensazione che tutto fosse fermo, tutto cristallizzato in un tempo e in un posto che non potessero essere affatto definiti: un mondo, all'improvviso, senza tempo, a cui lui, paradossalmente, apparteneva, dall'alto dei suoi nove anni, appena compiuti, solo pochi giorni prima. Si risvegliò, in tal modo in pieno inverno, anche se ricordava bene che, solo la sera prima, era primavera ancora, ma adesso, di quella primavera lì, nemmeno l'ombra, una stagione di risveglio che era, di improvviso, già lontanissima nel tempo.