Comprese i suoi poteri molto presto. Nessuno dovette spiegargli quale forza scorresse nel suo sangue e l’avesse reso ciò che era. Non fu neppure necessario precisare che il suo dono non era affatto comune.
Lui aveva la capacità di vedere cose che nessuno vedeva. Le visioni non erano sempre piacevoli, ma erano affascinanti. Cominciarono che lui era ancora piccolo e si reggeva a malapena sulle gambe, perciò le accettò con la stessa facilità con cui aveva accettato il sorgere del sole ogni mattina.
Spesso sua madre gli s’inginocchiava accanto sul pavimento e avvicinava il volto al suo, fissando lo sguardo nei suoi occhi. Insieme al suo immenso amore, gli comunicava la speranza che lui potesse accogliere il suo dono e farne sempre buon uso, senza doverne soffrire mai.
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