Feticizzati, demonizzati, celebrati, messi al bando: i tacchi alti sono un oggetto controverso, un simbolo tanto centrale quanto discusso nell’iconografia della femminilità moderna. Cosa rappresentano davvero? Sono in linea con una sensibilità femminista? Cosa rivela la scelta di indossarli?
Summer Brennan indaga la natura labirintica dell’identità sessuale e della presentazione di genere, e lo fa accompagnandoci in un affascinante viaggio nel tempo che ricostruisce il ruolo del «tacco alto» nell’espressione, e nella repressione, della femminilità. Dalla pratica del Loto d’oro nell’antica Cina alla scarpetta di Cenerentola, da Sylvia Plath a Marilyn Monroe, dalle Manolo Blahnik di Carrie Bradshaw allo sbaffo scarlatto di un paio di Louboutin, questo saggio vivace, acuto e originale esamina il più provocatorio degli accessori. Un vero punto di convergenza di desiderio e lotta, sesso e società, violenza ed espressione di sé.
Perché, scrive Brennan, «la storia delle scarpe di una persona è la storia della funzione di quella persona nella società, e le nostre orme sono le impronte che lasciamo, dicono dove siamo stati e in quale direzione andiamo. È qui allora che si trova la storia delle più moderne tra le scarpe femminili: scarpe che sono mitologiche e reali, consumate o intonse, che fanno male o entusiasmano, su cui si zoppica o su cui sembra di volare; scarpe fatte di ghiaccio o vetro o cristallo; che rubiamo; che vengono rubate; che fanno sanguinare o testimoniano il nostro sanguinamento. Dolore, piacere, sogni, desiderio, posizione sociale, sangue: sono questi i ritornelli delle canzoni femminili, mentre avanziamo, zoppichiamo, balliamo, camminiamo in questo labirinto costruito dall’uomo che chiamiamo mondo».
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