Sorta all'estremità meridionale delle rotte carovaniere che attraversavano Marocco e Libia, nell'odierno Mali, la città di Timbuctù è sempre stata circondata da un alone di mistero: già nel Cinquecento, le voci sulla straordinaria magnificenza dei suoi edifici e sulle favolose ricchezze dei suoi abitanti avevano oltrepassato il deserto e raggiunto l'Europa, contribuendo a creare la leggenda di una Nuova Gerusalemme. Una leggenda rinvigorita dal ritrovamento nel 1853 di un prezioso manoscritto del XVI secolo, il Tarikh al-Sudan (Cronaca del Sudan), che raccontava di una «città virtuosa, pura, fiera e incontaminata, che non aveva eguali nella terra dei Neri». Ritenuti per oltre un secolo documenti storicamente attendibili, questo e migliaia di manoscritti analoghi sono invece un sublime esempio di letteratura africana, che rivelano l'assoluta originalità intellettuale di un continente troppo a lungo sottovalutato dalla cultura occidentale. Essi rappresentano quindi per il Mali un patrimonio di valore inestimabile, gelosamente custodito in biblioteche e in fondi privati e gravemente minacciato, nel 2012-13, dalla guerra civile e dalla furia iconoclasta del terrorismo jihadista.Proprio ai rocamboleschi tentativi di salvaguardare questa preziosa eredità dalla distruzione - sorte già toccata a numerosi mausolei e luoghi di culto locali - è dedicato il libro del giornalista Charlie English, che racconta l'avventura vissuta, loro malgrado, da tre bibliotecari di Timbuctù.
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