Ugo Guspini - L'orecchio del regime (1973)

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data: – 01.11.2014, 18:02
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Tema d'attualità. Intercettare le comunicazioni, nei casi non espressamente previsti dalla legge, e senza l'autorizzazione del magistrato competente, è reato; ma cosa sapremmo se potessimo violare la privacy di una classe dirigente?

Questo libro riporta fedelmente molte intercettazioni del cosiddetto Servizio Speciale nel periodo fascista, descrivendo dall'interno l'apparato predisposto da Giovanni Giolitti all'inizio del secolo (in occasione di un curioso episodio che leggerete), e riformato da Mussolini. Laddove non arriva lo storico, vi giunge il cronista, che vi fa sapere:

 

- quello che gli operatori delle intercettazioni comunicavano al loro referente, e quello che da ultimo veniva selezionato per Mussolini; 

- i retroscena dell'innocente Girolimoni, marchiato a vita come serial killer pedofilo;

- che "chi non svastica, non mastica";

- la prima telefonata di Mussolini da Capo del Governo;

- le numerose telefonate giornaliere del Duce a Claretta per rincuorarla (tra l'altro sempre registrate, mentre le altre erano ordinariamente stenografate - e tra l'altro ancora, da Claretta annotate minuziosamente nel suo sterminato diario, ancora oggi sotto Segreto di Stato per gli anni 1939-45); 

- i discorsi degli alti comandi militari, e i consigli involontari dei bravi comandanti avversi al fascismo, di cui sembra Mussolini si avvalesse;

- i maneggi e gli illeciti arricchimenti dei gerarchi (i più intercettati in assoluto da Mussolini);

- le affettuose telefonate di tarda serata del Duce col fratello Arnaldo, direttore de Il popolo d'Italia;

- i retroscena del delicato passaggio dalla caduta del fascismo all'armistizio con gli Alleati, e il rimanente periodo di guerra;

- i retroscena della spaventosa epidemia di tifo a Roma nel 1935, risolta incredibilmente proprio grazie ad un'intercettazione casuale;

- il mistero del famoso "raggio della morte" di Guglielmo Marconi;

- la sorpresa della scoperta che la medaglia commemorativa donata da Pio XI in occasione dei Patti Lateranensi, era soltanto placcata d'oro;

- i numerosi attentati al Duce, non a segno per puro miracolo;

- il doppiogioco internazionale di Mussolini poco prima di entrare in guerra;

- una battuta di Totò che derideva la mania italianizzatrice del segretario del partito Starace, a cui però Mussolini rise e fu convinto a non porre la censura (pag. 122).

 

 

Insomma, un intero spaccato ben al di là del gossip, inconoscibile senza la trascrizione delle quasi 300 intercettazioni incluse nel presente volume - tra le poche che si sono salvate dopo la guerra, a cura dell'autore.

 

 

 

modificato: - 12-06-2016, 10:55
Motivo: link ripristinato

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