Al mito del Rinascimento e alla sua celebrazione come un presente fecondato dalle ritrovate saggezze dell’Antichità, Élisabeth Crouzet-Pavan sostituisce qui l’orizzonte dei "Rinascimenti” italiani: un plurale per l’autrice obbligatorio, perché oltre al Rinascimento che tutti conosciamo ve n’è un altro, meno evidente di quello dei sapienti e degli artisti, ma non per questo meno vivo, grazie al quale continuano a vivere e a rivivere passati prossimi e remoti.
Raffigurazioni, ricordi, azioni sono così altrettanti anelli di una catena che l’una contro l’altra, l’una insieme all’altra fan dialogare le epoche senza sosta, dando origine a un’era dei paradossi, dove grandi speranze coesistono col timore del Giorno del Giudizio, dove i sogni di armonia universale coabitano con le angosce del peccato, dove la ricerca della bellezza si confronta con la coscienza del male.