Se non c’è sangue non si diverte, Philip. E se non ha soldi non si diverte, Philip. E’ un uomo dalle idee chiare, vuole soldi e sangue e qualche donna, e il Messico. Per ottenere tutto ciò bastano un coltello, un’infanzia infelice, un’adolescenza da film noir e il gioco è fatto. Chi ha paura del buon vecchio Philip? Nessuno, sulle prime; poi tutti, a lungo andare, meno il detective Camel, pigro e disilluso. Il bello è che alla fine è proprio il detective Camel a dover lottare contro il tempo che Philip non vuole concedergli. Costruito a piccoli passi, con altrettanti piccoli passi indietro, questo thriller spiazza continuamente il lettore indicandogli una tale quantità di tracce che alla fine nessun nodo viene al pettine. Philip spazia nelle pagine spargendo sangue come se fosse vernice e il suo autore lo aiuta — e ci aiuta — raccontandoci minuziosamente il know-how di queste operazioni. Ma non senza un fine, né senza una fine.