Di tutte le opere di Dick, Le tre stimmate di Palmer Eldritch è probabilmente la più tetra. Prevalgono i colori grigi e metallici, soprattutto sul pianeta Marte, sterile e desolato, mentre la Terra appare come una mela cotta dalla temperatura eccessiva, che rinchiude i suoi abitanti in casa o li costringe a muoversi evitando la luce del sole e l’aria aperta. Sul piano psicologico, una malinconica consapevolezza, filtrata soprattutto attraverso la coscienza del protagonista, Barney Mayerson, sottolinea che non esiste via d’uscita dal fallimento e dalla sconfitta individuali. Qualunque scelta si dimostra sbagliata, o quanto meno inadeguata. Gli unici colori vivaci riguardano paradossalmente il fasullo mondo lillipuziano delle Barbie Dolls, che si servono di prodotti miniaturizzati, a consolazione dei coloni forzati sul pianeta rosso che, attraverso l’uso della droga Can-D, riescono a fondersi con i loro giocattoli e a vivere la vita privilegiata e lussuosa dei bambolotti Perky Pat e Walt. Giustamente il romanziere Kim Stanley Robinson ha scritto di un effetto di amplificazione degli effetti narrativi presenti nell’altro romanzo ‘marziano’ di Dick, Noi Marziani.
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