Alla vigilia del 2000, in un villaggio albanese spento dalle nebbie vicino al braciere kosovaro, mentre il pittore Mark Gurabardhi dipinge la sua giovane modella e amante, si sparge la notizia di una sanguinosa rapina in banca, giudicata nel paese ex comunista un preciso segnale dell'occidentalizzazione di quel piccolo mondo. Una strana inquietudine aleggia nel borgo: diversi uomini si aggirano nei dintorni alla ricerca del cunicolo che porta agli Archivi segreti, dove pare siano conservate le tracce di crimini politici del passato. "Freddi fiori d'aprile" è una metafora screziata di elementi noir sulla primavera albanese, ancora troppo fredda per non far temere il ritorno del gelo sulle fragili efflorescenze della recuperata libertà.