Non solo noir e thriller hanno diritto di cittadinanza nel vasto e multiforme mondo del giallo. Un'indagine non necessariamente dev'essere condotta da un ispettore di polizia, né bisogna a tutti i costi veder scorrere il sangue o trattenere il fiato per la tensione perché una storia risulti appassionante. Esiste anche un altro modo di raccontare un fatto delittuoso e la (eventuale) soluzione del caso: si chiama cosy crime. La formula prevede in genere l'ambientazione in un contesto provinciale, dove la vicenda si svolge all'interno di una piccola comunità, lontano dalla cupezza straniante della metropoli. Nella descrizione di un omicidio e della sua vittima ci si limita alle informazioni essenziali, senza cedere al facile effetto della violenza più cruda o dei dettagli morbosi. Il ruolo dell'investigatore, poi, tocca spesso in sorte a una persona priva di titoli professionali nel ramo in questione, magari per il semplice coinvolgimento in una rete di relazioni. Ma, soprattutto, a rendere cosy un crime contribuisce il tono, all'insegna della leggerezza derivante da un approccio delicato al tratteggio dei personaggi e da un'abbondante dose di ironia. L'esito, per il lettore, è quello del ritrovarsi ogni volta in un'atmosfera accogliente, del sentirsi a proprio agio tra amici. Non troppo, perché è quando si abbassa la guardia che arriva, inesorabile, il colpo a sorpresa.
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