Roma, V sec. d.C. L'Impero romano è allo sfascio. Romolo Augusto sembra disgustato dai fasti del passato, sembra quasi compiacersi della marcia trionfale che accompagna la calata dei germani verso Roma, sotto la guida di Odoacre. Nelle casse imperiali non c'è un centesimo. Romolo non sembra curarsene. Se ne sta alla larga da Roma, e si dedica serenamente, nel proprio podere, all'allevamento dei polli. Invano, il ricchissimo Cesare Rupf, eccelso fabbricante di calzoni, offre a Romolo un'occasione d'oro per salvare l'Impero: propone milioni di sesterzi e sloggio immediato dei barbari in cambio di Rea figlia dell'imperatore - e di una salvifica "fusione" fra impero romano e Superditta Cesare Rupf. Romolo, incredibilmente, rifiuta.