Uscito in Francia con grande scalpore, questo romanzo intreccia realtà e finzione su una delle figure più controverse legate al nazismo, quella della giovane e bellissima Leni Riefenstahl che, nella Berlino degli anni Venti, morde la vita come una giovane belva ed è decisa a diventare famosa come ballerina. Incrocia il cinema grazie alla danza, partecipando ad alcuni film come attrice, ma presto si scontra con registi che le impongono la propria volontà. Spesso gli uomini con cui collabora sono anche suoi amanti e la sessualità sfrenata complica le cose. La sua rivale più odiata, all’epoca, è una certa Marlene Dietrich. Saranno i postumi di un incidente e l’impossibilità di continuare a danzare a suggerirle che forse il cinema ha in serbo per lei quel successo che insegue con avidità, a patto, però, di dirigere personalmente le sue pellicole. In quel momento, come per un appuntamento ineluttabile con il destino, Hitler incrocia la sua strada. Il Führer ha un debole per lei e le affida i film di propaganda del nascente regime nazista. È così che vengono alla luce, nel corso degli anni Trenta, film come Il trionfo della volontà e Olympia, che al di là del loro contenuto discutibile costituiscono l’opera di una regista di straordinario talento. Invisa ai grandi gerarchi nazisti per la sua intemperanza, la Riefenstahl riuscì sempre a conservarsi la protezione di Hitler. Alla fine della guerra, però, la fortuna della giovane artista precipita irrimediabilmente nella polvere. Per anni e anni, fino alla fine, dovrà difendersi da accuse infamanti, ma Leni Riefenstahl non smetterà mai di rivendicare la propria dignità artistica e di reinventarsi vite e amori. La fotografia sarà un’attività che la accompagnerà per tutta la sua lunga esistenza, conclusasi l’8 settembre 2003 all’età di centouno anni.
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